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Giovedì 25 si discuteva alla Camera il ddl Gelmini. Giovedì 25 il Politecnico, come numerose altre facoltà, era “occupato”. Una cinquantina di studenti dei collettivi bloccava l’atrio principale di Corso Duca Degli Abruzzi mentre altri ragazzi impedivano l’accesso alle entrate secondarie con intimidazioni e atteggiamento aggressivo. Solamente dopo la partenza del corteo organizzato è stata ripristinata la normalità, nonostante all’interno dell’Ateneo alcune aule fossero sigillate, certi professori non fossero presenti e anzi “suggerissero” agli studenti di prendere parte alla protesta.
Fortunatamente Giovedì un’entrata non era presidiata e gli studenti che non si erano fatti intimidire dalla situazione potevano seguire le lezioni previste… Docenti permettendo.
Il voto definitivo per il ddl Gelmini verrà poi fatto slittare a Martedì 30.
Oggi, Martedì 30, la situazione è peggiorata. L’atrio di Corso Duca è serrato, i cancelli non sono neanche stati sbloccati e tutti gli accessi secondari sono interdetti con transenne, a differenza della precedente protesta! Stamattina abbiamo cercato di capire cosa spinga questi studenti a protestare. Il numero degli organizzatori, o presunti tali (probabilmente gli stessi organizzatori del “Sangriaparty” all’interno del Politecnico), è aumentato e il controviale è completamente intasato.
Fingendoci interessati, facciamo qualche domanda agli individui che piantonano gli ingressi e ad alcuni dei ragazzi che formeranno il corteo. “Come mai oggi non è possibile entrare?” domanda ingenua e un po’ scontata; e come risposta un elenco di paroloni del tipo democrazia (?!), Costituzione, diritto allo studio, odio verso i padroni, verso i baroni e via dicendo; un elenco di parole senza nessi logici ma soprattutto senza che venga chiarito cosa queste persone non approvino del disegno di legge. Riproviamo con i ragazzi che attendono l’inizio della manifestazione… Probabilmente l’80% dei presenti non ha mai letto il ddl.
Nel primissimo pomeriggio, poi, il professore di analisi dice di “preferire non proseguire con il programma” per solidarietà verso quegli stessi “studenti” che nel frattempo creavano disagio alla viabilità impedendo ai pullman il normale svolgimento dell’attività.
La questione è la seguente: questi ragazzi che giocano a fare i giovani rivoluzionari, nella schiacciante maggioranza dei casi, e lo sottolineo perché probabilmente qualcuno informato ci sarà, non hanno idea del motivo per cui stanno manifestando, parlano per sentito dire, si riempiono la bocca di frasi fatte e vengono strumentalizzati da chi ha interesse che la riforma non passi e da un’opposizione che piuttosto che collaborare farebbe di tutto.
Tutta questa protesta è politicizzata.
Questa, che doveva essere una contestazione verso un disegno di legge, si è trasformata (è stata trasformata ad arte) in una protesta contro tutta la maggioranza di governo: una protesta “di sinistra”, a prescindere da cosa preveda o meno la riforma.
E ad avvalorare questa tesi lo striscione, che campeggiava fino a ieri sui cancelli dell’entrata principale, recante la scritta “Politecnico Occupato” (senza “k” stranamente) con un non meglio identificato pugno chiuso accanto… Per favore, non veniteci a dire che la protesta non è ideologizzata!
Noi, come FUAN, ci schieriamo dalla parte degli studenti seri e che vogliono studiare affinché venga sempre tutelato il diritto allo studio di tutti.
Noi non difendiamo i privilegi dei baroni!