mercoledì 4 agosto 2010

Quando le proteste danneggiano gli studenti

Il Senato Accademico ha deciso che in segno di protesta contro la riforma Gelmini le lezioni inizieranno con due settimane di ritardo, il 4 ottobre. Senza entrare nel merito della protesta il FUAN è assolutamente contrario allo slittamento per diverse ragioni: da tempo i docenti vogliono fare iniziare ad ottobre le lezioni in modo da poter seguire liberamente tutti i convegni che si tengono tradizionalmente nel mese di settembre. Perchè non usare la scusa della protesta per raggiungere l'obiettivo?
In secondo luogo le due settimane "buca" saranno lasciate a disposizione degli Studenti Indipendenti per mettere in atto le varie mobilitazioni e occupazioni e ciò proprio nell'anno delle elezioni universitarie, come avvenne due anni fa (vi ricordate il movimento L'Onda, magicamente scomparso a elezioni vinte?)Perchè non usare la protesta contro la riforma per permettere ai SI di riprendere vigore dopo due anni in cui le mobilitazioni,le manifestazioni sono perlopiù scomparsi (sebbene fosse importante proprio in quel periodo, in cui la riforma era in fase di elaborazione, fare pressioni sulla gelmini perchè modificasse il testo)?
Infine l'appello di dicembre, destinato inevitabilmente a saltare: i docenti da sempre sono contrari a questo appello perchè gli studenti non seguono gli ultimi giorni di lezione per studiare. Perchè non utilizzare il pretesto della riforma per raggiungere lo scopo che i rappresentanti degli studenti impediscono ogni anno di raggiungere?
Ed ecco che magicamente le lezioni slittano.
Ancora una volta ribadiamo che le proteste, politiche e strumentali come in questo caso, non devono essere compiute sulle spalle degli studenti privandoli del diritto allo studio,e quindi di seguire le lezioni e sostenere gli esami. Le proteste sterili, se ritenute necessarie, devono avvenire nelle sedi,nei tempi e con le argomentazioni opportune.
Per questo il FUAN si opporrà a qualsiasi iniziativa che arrechi danni diretti agli studenti.