martedì 30 novembre 2010

Occupazioni al Politecnico: una protesta ideologizzata!


Giovedì 25 si discuteva alla Camera il ddl Gelmini. Giovedì 25 il Politecnico, come numerose altre facoltà, era “occupato”. Una cinquantina di studenti dei collettivi bloccava l’atrio principale di Corso Duca Degli Abruzzi mentre altri ragazzi impedivano l’accesso alle entrate secondarie con intimidazioni e atteggiamento aggressivo. Solamente dopo la partenza del corteo organizzato è stata ripristinata la normalità, nonostante all’interno dell’Ateneo alcune aule fossero sigillate, certi professori non fossero presenti e anzi “suggerissero” agli studenti di prendere parte alla protesta.
Fortunatamente Giovedì un’entrata non era presidiata e gli studenti che non si erano fatti intimidire dalla situazione potevano seguire le lezioni previste… Docenti permettendo.

Il voto definitivo per il ddl Gelmini verrà poi fatto slittare a Martedì 30.
Oggi, Martedì 30, la situazione è peggiorata. L’atrio di Corso Duca è serrato, i cancelli non sono neanche stati sbloccati e tutti gli accessi secondari sono interdetti con transenne, a differenza della precedente protesta! Stamattina abbiamo cercato di capire cosa spinga questi studenti a protestare. Il numero degli organizzatori, o presunti tali (probabilmente gli stessi organizzatori del “Sangriaparty” all’interno del Politecnico), è aumentato e il controviale è completamente intasato.
Fingendoci interessati, facciamo qualche domanda agli individui che piantonano gli ingressi e ad alcuni dei ragazzi che formeranno il corteo. “Come mai oggi non è possibile entrare?” domanda ingenua e un po’ scontata; e come risposta un elenco di paroloni del tipo democrazia (?!), Costituzione, diritto allo studio, odio verso i padroni, verso i baroni e via dicendo; un elenco di parole senza nessi logici ma soprattutto senza che venga chiarito cosa queste persone non approvino del disegno di legge. Riproviamo con i ragazzi che attendono l’inizio della manifestazione… Probabilmente l’80% dei presenti non ha mai letto il ddl.
Nel primissimo pomeriggio, poi, il professore di analisi dice di “preferire non proseguire con il programma” per solidarietà verso quegli stessi “studenti” che nel frattempo creavano disagio alla viabilità impedendo ai pullman il normale svolgimento dell’attività.

La questione è la seguente: questi ragazzi che giocano a fare i giovani rivoluzionari, nella schiacciante maggioranza dei casi, e lo sottolineo perché probabilmente qualcuno informato ci sarà, non hanno idea del motivo per cui stanno manifestando, parlano per sentito dire, si riempiono la bocca di frasi fatte e vengono strumentalizzati da chi ha interesse che la riforma non passi e da un’opposizione che piuttosto che collaborare farebbe di tutto.
Tutta questa protesta è politicizzata.
Questa, che doveva essere una contestazione verso un disegno di legge, si è trasformata (è stata trasformata ad arte) in una protesta contro tutta la maggioranza di governo: una protesta “di sinistra”, a prescindere da cosa preveda o meno la riforma.
E ad avvalorare questa tesi lo striscione, che campeggiava fino a ieri sui cancelli dell’entrata principale, recante la scritta “Politecnico Occupato” (senza “k” stranamente) con un non meglio identificato pugno chiuso accanto… Per favore, non veniteci a dire che la protesta non è ideologizzata!
Noi, come FUAN, ci schieriamo dalla parte degli studenti seri e che vogliono studiare affinché venga sempre tutelato il diritto allo studio di tutti.
Noi non difendiamo i privilegi dei baroni!

lunedì 29 novembre 2010

Il diritto alla studio non si incatena!!!


Il 24/11 gli studenti della palazzina Einaudi hanno trovato i cancelli della propria università chiusi con lucchetto, non potendo quindi seguire le proprie lezioni e dovendo rimanere ore fuori al freddo.
Il gesto portava la firma del "fantasma dell'Onda", siglia nata in occasione delle scorse elezioni universitarie e che raggruppa le liste studentesche di sinistra. A fronte di alcuni studenti (pochi) che in nome di una protesta occupa le strutture universitarie, è indecente e inaccettabile che al resto degli studenti (molti), i quali non condividono i modi di questa protesta, venga impedito il diritto alla studio: diritto di studiare, di seguir le lezioni, di entrare nella propria università. E' assurdo che quella stessa gente che si riempie la bocca di Costituzione ignori i principi basilari che dovrebbero essere garantiti a tutti gli studenti.
Alla rabbia subentra poi il disgusto per l'omertà delle istituzioni universitarie.
La mattina del 24/11 gli studenti del FUAN si sono ribellati alla costrizione fisica messa in atto dai collettivi di sinistra e hanno cercato con delle cesoie di restituire l'università ai suoi legittimi proprietari: siamo stati fermati dalla DIGOS perchè il Rettore non aveva dato l'autorizzazione per aprire l'università.
Ma come?Il rettore, che dovrebbe garantire l'accesso nelle strutture, non permette agli studenti di entrare?
Il Rettore che dovrebbe essere figura garantista e imparziale nel nostro Ateneo esprime piena solidarietà a coloro che creano disagi agli studenti?A coloro che organizzano "Sangria party" nei luoghi in cui noi seguiamo le lezioni??
Dopo più di due ore di pressioni sulle autorità universitarie siamo riusciti ad ottenere la riapertura della Palazzina Einaudi.
E continueremo ad ostacolare tutti quelli che, per realizzare una protesta ideologica, difendono le prerogative dei baroni e non i diritti degli studenti.

L'UNIVERSITA' E' DI TUTTI. RIBELLIAMOCI!

martedì 23 novembre 2010

Architettura/Politecnico: NO LEZIONI?NO TASSE!


NO LEZIONI? NO TASSE!
Come tutti sappiamo l’anno accademico 2010/11 per la facoltà di Architettura e di Ingegneria al Politecnico è partito con un mese di ritardo e come se non bastasse la situazione non è ancora tornata alla normalità: molti studenti infatti ci hanno parlato di aule ancora sovraffollate.
Venerdì 19 novembre, abbiamo portato a termine un volantinaggio con annessa raccolta firme per chiedere che venga posticipato il pagamento della prima rata prevista dall’ordinamento vigente, in quanto i servizi per cui si dovrebbe pagare non sono mai stati elargiti, senza contare che il numero di ore settimanali è stato ridotto rispetto all’anno precedente e molti studenti rischieranno di trovarsi fuori corso.L’iniziativa ha riscosso successo portando alla luce un inequivocabile e compatto giudizio da parte degli studenti e la petizione verrà presentata al rettore e a chi di competenza. Come FUAN abbiamo insistito sul fatto che non sia possibile e accettabile che l’università venga tenuta sotto scacco da gruppi dell’estrema sinistra.
Ma, soprattutto, non ci sembra giusto che a rimetterci siano degli studenti desiderosi di avvalersi di quel diritto allo studio tanto propugnato negli ultimi tempi dagli stessi manifestanti che bloccano lavoratori pendolari alla stazione Porta Nuova e che impediscono con intimidazioni l’accesso alle aule.
Abbiamo dimostrato ancora una volta la serietà, la correttezza e l’impegno che ci contraddistinguono, senza neppure essere contestati dai sempre presenti autonomi del Politecnico.

FUAN - Azione Universitaria, dalla parte degli studenti!

lunedì 15 novembre 2010

Barriere architettoniche: guardati attorno!

All'interno dell'Università di Torino ci sono ragazzi e ragazze, uomini e donne permanentemente o temporaneamente su una carrozzina o vincolati dall'uso delle stampelle, o di altri apparecchi.
Detto questo, non so se qualcuno di voi ha mai fatto attenzione agli stabili dell'Unito: molti sono palazzotti vecchi e presentano gradini su gradini, senza accessi per disabili e la maggior parte di essi, se ti trovi su una carrozzina, sembrano dire..cambia facoltà, qui non puoi entrare!
Qualche giorno fa stavo facendo qualche sopralluogo e ho trovato un'uscita di sicurezza che subito dopo l'apertura della porta presentava un gradino non indifferente, oltre ad una rampa di scale allucinante (immaginate una carrozzina durante un incendio).
Questo è solo uno degli esempi che abbiamo a disposizione girando e rigirando per le nostre facoltà.
Credo che tra studenti universitari che pagano le tasse, studiano, si spostano da ogni parte per seguire le lezioni etc. non ci debba essere una tale distinzione. Studiare deve essere un diritto per tutti e arrivare a laurearsi deve significare il coronamento di tutti i nostri sacrifici (chi più chi meno), la fine delle giornate trascorse a studiare , della ricerca dei libri di testo, della rinuncia di qualcosa a noi importante per qualcosa dell'università , a tutto ciò che nel bene e nel male trascorriamo negli anni universitari.
Ora, grazie al FUAN, ci impegneremo (al contrario di molti altri moviementi o dell'amministrazione universitaria attuale) affinchè ci possa essere una svolta DECISIVA nella politica attinente temi sensibili da parte dell'Università degli studio di Torino.

Dobbiamo risolvere quello che è un problema serio degli altri.

NOI CI SIAMO GUARDATI INTORNO, E VOI?

martedì 9 novembre 2010

Chiudiamo i centri sociali!


Riconoscere i centri sociali? mai.
E’ questa la risposta che vorremmo sentire dalle istituzioni sugli spazi occupati abusivamente in città, che trovano felici sedi decentrate nelle università in cui studiamo.
Eppure a Torino accade che l’assessore Levi dichiari ormai inevitabile l’esistenza dei centri sociali nella nostra città: trovano così riconoscimento le case occupate a spese nostre e le aule universitarie private agli studenti che pagano le tasse e le radio usate come strumenti per organizzare la violenza.
Noncurante della legalità che il suo ruolo rappresenta, l’assessore legittima con le sue affermazioni tutti quegli spazi che gli estremisti di sinistra usano come basi logistiche per organizzare attività di devasto, di protesta e di violenza nei confronti di chi vuole esprimersi liberamente nella nostra Università (prima fra tutte il csoa Askatasuna).
Di fronte all’ambiguità del Comune sulla questione, il FUAN ha le idee chiare:
CHIUDIAMO I CENTRI SOCIALI!

Politecnico bocciato in matematica: tanti studenti, pochi posti



Il primo giorno di lezione di solito non si scorda perché sempre pieno di grandi novità e anche quest’anno non vengo smentito.

Aula 3n, Politecnico di Torino, lezione di Elettronica per il corso di Laurea di Ingegneria Aerospaziale anno III: iscritti al corso circa 190 studenti, posti disponibili nominali dell’aula circa 140.Che ci sia qualcosa che non torni è evidente anche senza la fedele calcolatrice a portata di mano, ancor più se attraverso una semplice sottrazione si considerano quella dozzina di posti non operativi: quel banco senza sedia, quella sedia senza banco o, nel caso più estremo, la temibile combinazione dei due, sintomo di una cronica incapacità di rimediare ai danni nelle aule.Come tutti sanno, all’interno del Politecnico di Torino regna una costante fra tutti i corsi: le aule sovraffollate. E pensare che le aule dovrebbero essere assegnate in base al numero di iscritti al corso dato che ognuno dovrebbe avere la possibilità di trovare un posto a sedere per seguire la lezione e, per ragioni di sicurezza, le vie di fuga non dovrebbero essere mai ostruite da studenti in piedi o sedie. Situazione che però è molto comune ancora oggi e che, qualche volta, obbliga i docenti stessi ad annullare la lezione poiché, per evitare eccessive responsabilità, non sono tenuti a fare lezione in aule sovraffollate.

Dopo una mobilitazione congiunta, il corso di Aerospaziale riesce a risolvere il problema, ma una cosa ci ha lasciato sconcertati: l’ufficio di competenza ci ha riferito che tale situazione di sovraffollamento è un problema che è sorto ogni anno negli ultimi venti, ma mai nessuno si è prodigato per risolverlo.

E la sicurezza, che fine ha fatto?Come è possibile che negli ultimi vent’anni il problema sia stato perennemente ignorato?La filosofia di assegnazione delle aule, ci spiegano, è centrata sul raggiungimento di un equilibrio fra le esigenze numeriche di tutti i corsi, la disponibilità dei docenti e la direttiva del Rettore di garantire una pausa pranzo ogni giorno (nell’orario 11:30-13 o 13-14:30) e il mercoledì pomeriggio libero. Ma non si ferma qui: l’assegnazione, ci giunge all’orecchio, si basa anche (e soprattutto) sulla constatazione che, dopo le prime settimane, si ha una decrescita del numero di frequentanti alle lezioni, rendendole quindi idonee al numero di studenti partecipanti. Peccato che nessuno abbia mai pensato che, forse, gli studenti che smettono di seguire non sono solo coloro che trovano un modo differente di studiare la determinata materia, ma anche coloro che si sentono disincentivati dall’andare a lezione proprio per carenza di posti. Si tratta di un ragionamento inaccettabile che vede una facile soluzione del problema a scapito degli studenti, del loro studio e, ancor più grave, della loro sicurezza, ma anche di incolumità osservando la latitante predisposizione nel gestire e mantenere completamente operative i luoghi di insegnamento.

Per l’esperienza raccolta, invitiamo dunque tutti gli studenti a contattarci per risolvere i numerosi problemi che insorgono nelle aule, dal semplice posto rotto necessitante di riparazione ai ben più gravi problemi di sovraffollamento.Vi aspettiamo nell’auletta all’interno del Politecnico, in piazzale Sobrero (zona centro stampa) negli orari di ricevimento indicati.ù

Fai sentire la tua voce!

venerdì 5 novembre 2010

Merito, non residenza!

Mercoledì 3 novembre al Politecnico di Torino il Fuan-Azione Universitaria ha svolto un volantinaggio in dissenso con la proposta del MUP (i giovani della Lega Nord) di dare la precedenza ai piemontesi di nascita per l’assegnazione delle borse di studio rilasciate in Piemonte.
Noi pensiamo che la caricatura del giovane studente meridionale non risolva il problema delle borse di studio né lo faccia il criterio del luogo di residenza. Vogliamo che siano premiate le regioni che facendo eccellenza riescono ad attrarre cervelli sul proprio territorio e chiediamo una visione di respiro nazionale che trovi coronamento nei concetti di merito, reddito e valorizzazione degli atenei con maggiore capacità attrattiva di studenti da altre regioni.
Nel prendere netta distanza dalle proposte dei giovani leghisti, abbiamo promosso una raccolta firme fra gli studenti del Politecnico da presentare agli uffici regionali di competenza: le adesioni sono state numerose e l'interesse è stato grande, indice di una comune opinione degli studenti, favorevoli all’utilizzo di metri di giudizio più equi rispetto a quelli dettati da un certificato di residenza.
Infine, come sempre gli autonomi di estrema sinistra residenti al Politecnico hanno tentato di realizzare un’ iniziativa di contrasto e, come sempre, hanno ottenuto scarsi risultati.